Tratta dal celebre romanzo epistolare Pamela, or Virtue Rewarded di Samuel Richardson (1741), La Pamela nubile fu rappresentata per la prima volta nel 1750, l’anno delle sedici commedie. Il testo, che ha goduto di una lunga popolarità poi messa in ombra dalla notorietà di altri lavori goldoniani, narra le vicende di una giovane cameriera insidiata dal nobile padrone, alle cui lusinghe non cede fino a quando costui, superati i pregiudizi sociali e convinto dalle virtù di lei, si deciderà a sposarla. Rispetto al romanzo da cui è tratto il lavoro, Goldoni rovescia il tema sociale, fingendo che alla fine Pamela si riveli figlia di un nobile scozzese costretto all’esilio. Questa modifica venne peraltro criticata fin dall’apparire della commedia, costringendo l’autore a difendere la propria scelta nella prefazione dell’opera.
Il lavoro è stato a suo tempo portato in scena con grande successo da Eleonora Duse, sia in Italia sia all'estero (in Russia e negli Stati Uniti), ma è stato ripreso solo poche volte in epoca contemporanea (le ultime rappresentazioni note risalgono agli inizi degli anni Novanta). In Svizzera in particolare, dove La Pamela nubile sembrerebbe non essere mai stata rappresentata, la versione proposta dal Teatro della Voce costituirebbe una prima assoluta.
Il testo è stato rivisto e adattato, recuperando i nomi dei personaggi del romanzo di Richardson e conservando alcuni inserti delle battute nella versione originale dove il loro sapore antico si prestava a sottolineare l’effetto ironico o comico della situazione. In scena appare anche l’autore, “costretto” a dialogare con attrici e attori per giustificare le sue decisioni stilistiche o la necessità di utilizzare gli attori al meglio per coprire tutti i personaggi previsti dalla commedia.
La scena (il salone della casa londinese del nobile signore) è simbolicamente rappresentata da un grande divano settecentesco, unico elemento che fa da sfondo alle vicende dei personaggi. Acconciature e costumi sono ispirati ai dipinti dei grandi ritrattisti inglesi dell’epoca, Joshua Reynolds e Thomas Gainsborough.
La locandina dello spettacolo è stata realizzata partendo da un'elaborazione grafica di Francesco Marmino (v. immagine qui sopra) del quadro "The Children" di Johann Zoffany, pittore tedesco del Settecento attivo principalmente in Gran Bretagna. Le foto dei protagonisti dello spettacolo e un ritratto di Carlo Goldoni, opera del ritrattista veneto Pietro Longhi, hanno preso il posto delle figure originali. Il quadro di Zoffany è riprodotto in alto a destra all'interno dell'immagine.
Le musiche di scena sono state composte appositamente da Roberto Ludergnani per questo lavoro, basandosi sulle sonorità tipiche dei concerti per archi e basso continuo del Settecento.
Interpreti: Susanna Baseotto, Giuseppe Di Rocco, Jasmine Giampietro, Pier Sandro Passera, Patrizia Vissi
Musiche originali: Roberto Ludergnani
Adattamento e regia: Franco Di Leo
Aiuto regista: Federica Domestici
Durata: 1 ora e 30 minuti (in due tempi)
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